E’ per questo motivo essenziale che non vorrei che queste righe suonassero sentimentali. Non lo sono. Non si parla qui di nostalgie, di ricordi un po’ sbiaditi, di fughe verso un periodo in cui si era più giovani, più allegri e in cui tutti i sogni erano intatti.
Quando penso agli anni della mia formazione in questo liceo non penso a qualcosa di lontano, che non c’è più e che necessiti di essere ripescato da chissà dove e rammentato in qualche maniera. Certo, la mia vita è molto diversa da allora, ma i tratti di me che in quel periodo si sono mostrati e che in quel luogo hanno trovato un ambiente favorevole al loro sviluppo sono tutti qui, presenti e vivi.
Gli insegnanti e gli amici che in questo luogo ho incontrato non mi hanno in-formato, nel senso che non mi hanno appiccicato una forma, non mi hanno forzato in uno schema sempre uguale, già tracciato: si sono piuttosto fatti ponte tra me e le loro passioni.
Con lavoro e tenacia hanno cercato di mettere nelle mie mani degli strumenti perché ne facessi quanto desideravo, perché potessi essere io sola a tracciare il mio cammino, in quell’assoluto esercizio di libertà che è la propria formazione culturale e personale.
L’adolescente che ero – e che molti sono stati – sarcastico, critico, distaccato, non ha nemmeno mai ascoltato fino alla fine un consiglio, un predicozzo, una morale, non era affatto disponibile a ricevere un’educazione, una “formazione”; però ha visto molte persone appassionate lavorare con devozione e impegno e il dono di quell’impegno è ancora ciò che lo anima.
E’ così che le musicali fatiche della lingua tedesca, della Commedia, di Mann, di Hofmannsthal e Rilke, di Dante, Platone e Borges sono ancor oggi non ciò che ho banalmente “studiato” o appreso, ma ciò in cui mi riconosco, in cui ritrovo ciò che più profondamente mi riguarda, in cui ho scelto di applicare a mia volta la mia passione ed il mio impegno… a modo mio.
Questo dono che ancor oggi è così vivo in me è il dono di quanti sanno amarti lasciandoti andare, senza trattenerti: non c’è bisogno di ricordare, di tornare indietro a qualcosa che non c’è più; la bellezza che ti hanno modestamente indicato sei ora tu stesso a perseguirla, è quanto più ti sta a cuore.
Il mio modo di cercare questa bellezza è stato la filosofia, di cui ho stemperato i rigori scappando quando possibile nell’amore per le parole e le storie, per la traduzione, la lettura e la scrittura.
Oggi lavoro, oltre che alla mia tesi, alla curatela e alla traduzione dal tedesco di un’importante opera filosofica, non ho ancora perso il gusto per le grandi letterature europee e le amiche che mi sono vicine, nonostante i molti viaggi e le distanze, sono le mie compagne di banco di un tempo.
La Fondazione non ha scopo di lucro e opera per fini educativi, sociali, riabilitativi, didattici e formativi.
Persegue le proprie finalità di solidarietà sociale senza distinzione di nazionalità, cultura, etnia, religione, sesso, condizione sociale e politica.
Promuove inoltre seminari e corsi di formazione, sia a livello di base che di perfezionamento.